Ipocondria: che cos’è e come trattarla

Ipocondria: che cos’è e come trattarla

Ipocondria: che cos’è e come trattarla

L’ipocondria o disturbo d’ansia da malattia è caratterizzata da una forte e intensa preoccupazione riguardo al proprio stato di salute. La persona ipocondriaca organizza e limita la sua vita alla ricerca continua e illimitata di una soluzione ad un problema che di fatto non c’è. E’ dunque la costante preoccupazione di una potenziale malattia che causa disagio significativo all’interno delle diverse aree di vita della persona.

Gli ipocondriaci si allarmano ad ogni piccolo sintomo corporeo, che viene interpretato come manifestazione di una possibile patologia, talvolta anche grave. Per tale ragione, tengono costantemente monitorato il loro fisico alla ricerca di segnali di malattia.

Le intense preoccupazioni sulla propria salute, li portano spesso a compiere ricerche incessanti su internet, a consultare ripetutamente medici e a recarsi spesso in pronto soccorso per comprendere che cosa non vada.

I pareri dei medici e i risultati degli esami non bastano a rassicurarli poiché hanno la convinzione che gli specialisti non siano in grado di capire realmente il loro problema e dunque di trovare una soluzione adeguata. Questo avviene perché l’ipocondriaco non riconosce che la vera natura delle sue preoccupazioni è psicologica. Egli, infatti, ritiene che quest’ultime siano fondate poiché attribuibili ad una causa fisica.

 

Ipocondria e COVID-19

E’ evidente come questo periodo di pandemia e di grande emergenza sanitaria abbia contribuito a generare vissuti di ansia e di panico principalmente in riferimento alla propria salute. 

Soprattutto per le persone ipocondriache, tale periodo ha enfatizzato e a volte dato prova alle loro preoccupazioni e convinzioni. Infatti, l’isolamento e l’impossibilità di avere il supporto immediato di persone care o del proprio medico sono alcune delle situazioni che possono avere incrementato il loro malessere. Inoltre, il bombardamento mediatico e l’essere venuti a conoscenza di casi positivi alla malattia tra i propri contatti hanno aumentato l’ossessiva attenzione sui segnali del proprio corpo. Ad esempio, sintomi quali raffreddore e tosse possono essere interpretati erroneamente come prova di avere contratto il COVID-19.

 

Le convinzioni dell’ipocondriaco

Salkovskis (1996) individua 4 convinzioni alla base delle preoccupazioni degli ipocondriaci:

  • Ogni cambiamento somatico è segno di grave malattia (ad es. colpo di tosse= sto sviluppando i sintomi da COVID-19)
  • Ogni sintomo deve essere ricondotto ad una causa specifica (ad es. colpo di tosse= sono positivo al COVID-19)
  • Appena c’è qualcosa che non va, ho necessità di andare dal medico. Se non lo faccio, succederà sicuramente qualcosa di grave. Dunque, è importantissimo non abbassare mai la guardia al fine di prevenire i pericoli
  • Se non mi preoccupo della mia salute, potrei ammalarmi

 

I comportamenti dell’ipocondriaco

Le persone ipocondriache possono adottare due tipi di comportamenti per gestire la costante preoccupazione di ammalarsi:

  • Continuare a richiedere l’assistenza medica per ottenere rassicurazioni o pareri
  • Evitare di chiedere aiuto per paura di scoprire di avere una grave patologia

Tali comportamenti si rivelano disfunzionali dal momento che mantengono o peggiorano il problema, portando la persona a sopravvalutare il pericolo.

Nel primo caso, la continua richiesta di assistenza medica, aumenta la probabilità di avere pareri diversi e contraddittori. Questo a sua volta, rafforza la convinzione che i medici non siano capaci e in grado di capire i loro sintomi.

Nel secondo caso, l’evitamento non permette la possibilità di falsificare l’ipotesi di avere una patologia.

In linea generale, dunque, il controllo ossessivo del corpo e la costante preoccupazione potrebbero creare dei sintomi psicosomatici (es. mal di testa e mal di pancia). Questi, a loro volta, divengono nuovamente oggetto di preoccupazione, scatenando così il circolo vizioso dell’ansia da malattia.

 

I sintomi dell’ipocondria

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) l’ansia da malattia è diagnosticabile se vengono soddisfatti i seguenti criteri:

A. Preoccupazione di avere o di contrarre una malattia

B. Sintomi somatici non sono presenti o sono di lieve intensità. Se è presente una condizione medica, la preoccupazione risulta eccessiva o sproporzionata

C. E’ presente un elevato livello di ansia riguardo alla salute e un elevato livello di allarme

D. L’individuo mette in atto eccessivi comportamenti correlati alla salute o presenta un evitamento disadattivo (es. continua a controllare il proprio corpo o evita visite mediche)

E. La preoccupazione per la malattia è presente da almeno sei mesi, anche se la patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo

F. La preoccupazione non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale (es. disturbo da sintomi somatici o disturbo d’ansia generalizzata)

E’ fondamentale distinguere l’ipocondria, dall’ansia che una persona prova a causa di una patologia che ha realmente sviluppato poiché l’ipocondriaco presenta una preoccupazione sproporzionata rispetto alla malattia e alla sua gravità. Si differenzia, inoltre, anche dal disturbo da sintomi somatici poiché in questo caso è presente una sintomatologia fisica e reale.

 

Cosa fare?

Secondo le linee guida NICE è necessario il trattamento farmacologico per gestire i sintomi di ansia. Quest’ultimo deve essere necessariamente integrato con un adeguato percorso di psicoterapia.

Il trattamento psicoterapico più indicato è la terapia cognitivo- comportamentale che ha l’obiettivo di modificare le convinzioni e i comportamenti disfunzionali. 

E’ bene sottolineare, tuttavia, che le persone affette da ipocondria non sempre sono predisposte ad un percorso psicologico proprio perché non percepiscono l’origine psichica delle proprie preoccupazioni. Di solito, infatti, intraprendono un percorso psicoterapeutico poiché stanchi della continua ansia oppure obbligati dai familiari o dai medici.

In tal caso, è utile agire tramite un intervento di psico-educazione per consapevolizzare le persone ipocondriache sui processi mentali che governano i loro comportamenti.

 

Dott.sse Eleonora Mandia e Maria Costanza Melloni

 

Leggi anche questo articolo, dove spieghiamo che cos’è l’ansia, quando diventa patologica e come poterla gestire.

 

 

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